Sto ripartendo

Ieri era il 21 settembre. Quattro mesi.

E ieri sera ho deciso: farò il Cammino di Santiago.

Un segno? Sicuramente.

E’ da tanto che non parto, troppo.

Ho bisogno di stare sola, di ritrovarmi, di ripartire.

E come un fulmine a ciel sereno, ho visto la foto di una mia amica su IG di lei a Santiago. Era appena arrivata. Ed io da lì sono partita.

Sono anni che penso che fare il cammino sia una figata. Dopo i 2 anni di Covid e tutto ciò che ci è capitato quest’anno, credo di averne un tremendo bisogno.

E allora si va.

28 febbraio 2022

h 11.30

E anche oggi sono viva, ho fatto colazione, pure la kakkina e sono in giro a riempirmi gli occhi di cose belle.

Il cielo è leggermente nuvoloso oggi, arietta sempre fresca per cui sto bene con i miei 4 strati di vestiti addosso. Vado in giro con berretto di lana, mascherina e occhiali da sole per proteggermi dal freddo, mica per altro…

Qui sono ancora le 11.30 (siamo sempre un’ora indietro) e ho trovato una bella panchina al sole in una piazzetta con il free w-fi che non guasta mai.

Ho già visitato la Cattedrale questa mattina e credo sia una delle cose più belle che abbia mai visto…

Oggi pomeriggio vado di nuovo a visitare una cantina (sì, me la godo perchè me lo sono meritato). E da domani si entra al 100% in modalità “Cammino ON”.

h 15.00

Ho appena finito di pranzare (e anche cenare direi) e ora si va a buttare sangue sbevazzando Porto.

Cià

27 febbraio 2022

h 14.58

Ciao, sono viva, stanotte ho dormito e ho persino mangiato pranzo.

Ora sono qui dove mi tocca aspettare le 15.30 (in Portogallo siamo un’ora indietro rispetto all’Italia) per degustare 3 Porto accompagnati da cioccolato.

E’ uno sporco lavoro ma qualcuno lo deve fare.

Cià

h 21.57

Allora… resoconto di questa seconda giornata a Porto.

Ho fatto un giro in centro, complice il bel sole. Ma al contrario di quel che mi credevo: l’aria è fredda e i miei 3 strati di maglie termiche mi fanno star bene solo se cammino. Figuriamoci se si mette a piovere.

Ho camminato 17 km con un bel sali e scendi continuo, visto che Porto non scherza. Poi sono passata dall’altra parte del fiume, dove si cambia già Comune e dove ci sono le cantine più famose in fila come tanti soldatini. Ho mangiato a bordo fiume al sole, perchè i tavoli da una persona nei locali non esistono.

Sono quindi andata a visitare una cantina, la prima. In realtà è un’industria, altro che cantina. Ho fatto due domande, niente, non hanno saputo rispondere e hanno glissato. Il Porto non mi piace particolarmente e dopo la spiegazione ho capito il motivo: durante la fermentazione del vino ci buttano dentro un 20% di acquavite per bloccarla e trasformare tutto lo zucchero immediatamente in alcool (il più leggero che ho assaggiato fa 20 gradi).

Ora sto aspettando che mi venga fame, sono già docciata e ho pure lavato a mano 2 cose per averle sempre pulite nello zaino. La vita del pellegrino è così: si pensa a soddisfare i bisogni primari (mangiare, essere puliti e avere sempre vestiti puliti e asciutti a disposizione).

Qui si dorme avvolti nel sacco a pelo perchè il riscaldamento non esiste. Ma non temete, sopravvivrò.

[Se volete seguire il mio video diario del Cammino, qui trovate il link]

#unaBiondainCammino in partenza

26 febbraio 2022 h 10.34

Sono in aeroporto. Il volo parte alle 13.15. Ma ho già imbarcato lo zaino e passato i controlli perchè ero in ansia.

Stanotte ho dormito circa 3 ore. E ovviamente ho svegliato Musa che si è ingatzata non poco. Mi sono fatta però perdonare con una lauta colazione a base di krokki alle 5.30.

Covid? Avrei mille cose da raccontare in merito relativamente a questa prima ora passata in aeroporto ma tralascio volutamente.

Devo ancora capire perchè lo zaino per il Cammino a casa mia pesava 8.2 kg e qui 10.7 (di cui 2 kg messi nel bagaglio a mano).

Cià.

Buoni propositi

Ok, cerchiamo di riorganizzare le idee e fare un po’ di ordine, che qua non si capisce più niente…

WordPress mi ricorda che è passato quasi un mese dal mio ultimo post e fa bene a sgridarmi. Quante volte mi sono ripetuta “Metodo, ci vuole metodo…!” ma poi la pigrizia mi assale e mi lascio sopraffare. E invece no! Nella mia nuova vita, che deve essere tutta organizzata da capo ed ex novo, il blog deve trovare la sua giusta collocazione. Come sempre, devo solo impormelo e poi tutto verrà di conseguenza. Così anche i video, che con il canale youtube sono stati un po’ messi da parte… ma basta rispolverarli e ripartire.

Perché non aspetto settembre, io. Il mio Capodanno è adesso, agosto pieno. Mentre tutti sono in ferie, io sono qua a riorganizzarmi prima la testa e poi la vita.

E allora, buona fortuna a me.

1, 2, 3… Via!

E’ tardissimo. E’ l’1.17 di notte. La notte prima di partire. Ed io sono qua che non riesco a dormire. La convinzione di aver dimenticato qualcosa di fondamentale da mettere in valigia mi attanaglia. E scrivo. Perché forse è proprio questo che manca.

Domani si parte. O meglio… tra qualche ora suonerà la sveglia, ci prepareremo di corsa, saliremo in macchina e partiremo. Io e il Signorino, come sempre. Cosa ci aspetta? Un aereo, tanti chilometri ma soprattutto tante emozioni da provare e tanti ricordi da portarci a casa. E sicuramente quando torneremo saremo un po’ cambiati. Perché in fondo il viaggio serve anche a questo. A non rimanere mai sempre uguali a se stessi, ma a crescere.

E allora non mi resta che augurare a tutti buon viaggio. Ed anche a noi.

si viaggia

Si viaggia! – photocredits http://www.trentoviaggi.it

Kee-way e ombrello sono un must

In Normandia e Bretagna fa freddo anche ad agosto?

Fa freddo. Punto.

Quando siamo atterrati sul suolo francese abbiamo sentito immediatamente la differenza di temperatura. Siamo passati dai 35° della torrida estate italiana agli 8° della notte francese. Come equipaggiamento avevamo maglie a maniche lunghe in materiale termico (comprati da Decathlon, poca spesa tanta resa), giubbotti di jeans e kee-way. Ovviamente siamo partiti con le maniche corte dall’Italia e una volta arrivati là ci siamo attrezzati per non soffrire il freddo. Continua a leggere

Senza un braccio

Non ho più la mia attrezzatura. Martedì sono venuti a farmi visita, di notte. Quei bastardi. Come hanno fatto ad entrare senza sentirli non riesco a spiegarmelo. Hanno preso tutto… Diciamo che era anche tutto molto facile da prendere. La reflex, gli obiettivi, la videocamera, i filtri, le schede sd, le batterie, era tutto insieme. E loro non hanno fatto altro che appoggiarsi sulla spalla la borsa fotografica della Canon e lo zainetto della Quechua e se ne sono andati. Senza rumore. Senza il minimo rumore.

Al mattino è stata una doccia fredda. Non ho più trovato niente. E io mi sento come se mi avessero staccato un braccio. Inutile, completamente vuota ed inutile.